19 settembre Abbadia San Salvatore festeggia il suo patrono San Marco Papa
Cenni storici
Fu il 34° vescovo di Roma e successore di Papa Silvestro, del quale fu anche segretario in occasione del famoso concilio di Nicea, dove viene definito il Credo cristiano. Ebbe un pontificato molto breve, dal 18 gennaio al 7 ottobre del 336.
Il culto del Santo, secondo Don Carlo Prezzolini, potrebbe risalire addirittura alla fondazione dell’abbazia del San Salvatore, richiamando il nome di uno dei fratelli che la edificarono (Anto e Marco). E’ nominato infatti per la prima volta nella dedicazione della nuova chiesa abbaziale del 1035.
San Marco è stato ed è uno dei santi più venerati all’abbazia, nel nuovo museo di arte sacra è conservato il busto reliquiario in rame dorato, datato 1381 ed attribuito allo scultore senese Mariano d’Agnolo Romanelli, che custodisce la testa del pontefice.
Nel museo di arte sacra è conservata anche una delle più antiche esistenti vesti liturgiche, che la leggenda vuole sia appartenuta al Santo, in realtà è una preziosissima seta persiana del 700-800.
Nel museo di arte sacra è conservata anche una delle più antiche esistenti vesti liturgiche, che la leggenda vuole sia appartenuta al Santo, in realtà è una preziosissima seta persiana del 700-800.
San Marco Papa è rappresentato nella cappella del Salvatore, a destra dell’altare maggiore, con la tiara pontificia, mentre indica un messale romano, sorretto da un angioletto, aperto sul Credo, in relazione alla tradizione.
A metà del 1900 San Marco sostituisce San Giovanni Battista come patrono del paese. La sua festa viene celebrata il 19 settembre, in coincidenza con l’equinozio di autunno, che rappresentava un momento importante per le comunità antiche, in modo particolare per quelle montane. Segnava infatti la fine della vendemmia e la prossimità del raccolto delle castagne (elemento fondamentale per la nutrizione e sopravvivenza degli abitanti del luogo), ovvero l’inizio dell’inverno.
Non è dunque sorprendente che la popolazione locale si rivolgesse al Santo con un antico inno in latino per chiedere protezione contro calamità naturali e abbondanti raccolti.
(Niccolò Bisconti)