Poco dopo Radicofani, in un’altra zona bellissima, non distante da Cetona e Sarteano, punta estrema della provincia di Siena, a due passi dall’Umbria e dal Lazio, si erge il graziosissimo borgo di San Casciano Bagni, incastonato tra il Monte Cetona e l’Amiata.

Il paesaggio offre una varietà e una bellezza mozzafiato, ricco com’è di cerri, querce e piante tipiche della vegetazione mediterranea, alternati alle argille createsi nel periodo pliocenico e a quelle profonde formazioni di calanchi note come crete senesi. A tutto questo sono da aggiungere le distese di oliveti e vigneti che sfumano nei boschi cedui e completano il tipico paesaggio toscano già ricco di cipressi, pioppi e olmi.

La storia di San Casciano è antica quanto quella di San Filippo: le prime radici sono etrusche ed è certa la presenza nel luogo del re Porsenna Lucumone da Chiusi. Gli stessi “Bagni Chiusini” citati da Virgilio sono probabilmente quelli di San Casciano: i Romani infatti non esitarono a prendere bagni in queste acque calde e rilassanti. Nel Medioevo, infine, il luogo passò spesso da una signoria all’altra, vista la sua posizione di confine tra il feudo dei Visconti di Campiglia, l’abbazia di San Salvatore e la diocesi di Chiusi. Risalgono a questo periodo lo splendido castello di Fighine e il borgo di Celle sul Rigo.

A partire dal Rinascimento furono costruiti i primi bagni dal nome suggestivo: Bagno Vecchio, la Sorgente detta Doccia di Testa (un tempo il bagno delle donne) e il Portico Grande del XVII secolo, raccolto in una splendida costruzione medicea risalente a Ferdinando II, visibile tutt’oggi.

Di questo glorioso passato esistono ancora numerose tracce, che fanno di San Casciano un luogo molto piacevole per trascorrere qualche giorno di vacanza in pieno relax: un tempietto pagano del V secolo, dedicato forse alla dea della salute Igea, poi trasformato nell’antica pieve della Madonna della Colomba, una chiesetta del Cinquecento, della Ss. Concezione, o Visitazione, la Collegiata di San Leonardo Abate e lo splendido Oratorio di Sant’Antonio, interamente ristrutturato nel 1998 dall’artista persiano Bizhan Bassiri, che ha accostato all’architettura barocca della chiesina una serie di interventi straordinari: tinture blu indaco, lamine di metallo, installazioni di materiale vario, creando un’opera di un’armonia unica.

Lo stabilimento termale Fonteverde è uno dei più belli della Toscana, e forse d’Italia. Ricco di comfort, non offre solo una piscina e un albergo di prestigio, ma anche percorsi benessere personalizzati o itinerari comprensivi delle più diverse cure per il corpo e lo spirito, come il bioaquam o il walking-water, la sauna, il bagno turco, il bagno etrusco, i vari tipi di idromassaggio etc. Da sempre tuttavia vengono erogate a San Casciano cure balneoterapiche di tipo tradizionale.

Le acque termali di San Casciano sgorgano da quarantacinque sorgenti che costituiscono un immenso bacino. In alcune di queste sorgenti si forma e matura un fango termale naturale di eccezionali proprietà terapeutiche. Questi fanghi si creano attraverso un naturale mescolamento di acqua minerale e argilla; la loro macerazione e l’arricchimento in componenti minerali avviene in cavità naturali del terreno. Essi sono a tutti gli effetti sorgivi (cosa rarissima ormai), a causa dell’elevata quantità di materiale inorganico depositato direttamente alla scaturigine. Le acque di San Casciano sono prevalentemente solfato-calcio-magnesiache-fluorurate, in alcuni casi – come nel centro termale Fonteverde – provviste in modesta quantità di anidride carbonica, con temperature comprese tra i 24 e i 43°C. Sono sfruttate per balneoterapie, inalazioni e aerosol, massofisioterapia e molto indicate per malattie dell’apparato digerente, malattie reumatiche e dell’apparato osteoarticolare, dell’apparato respiratorio, malattie cutanee, malattie dell’apparato circolatorio venoso e dell’apparato genitale femminile.