Come un gioiello della Maremma Toscana, ecco le splendide terme di Saturnia, oasi di lusso per i sensi – recita lo slogan dello stabilimento termale – al centro di uno dei paesaggi più rinomati di tutto il mondo. Il mito narra che Saturno un giorno si adirò con gli uomini, costantemente in guerra tra loro; prese un fulmine e lo scagliò sulla terra, facendo zampillare dal cratere di un vulcano – l’Amiata – un’acqua sulfurea e tiepida che avvolse tutto, donando pace e quiete al paesaggio intorno. Da quel grembo accogliente gli uomini nacquero più saggi e felici. Teatro della leggenda era appunto Saturnia, dove l’acqua zampilla ancora a 800 litri al secondo a una temperatura di 37°.
A due passi dal mare e a due passi dal monte Amiata, Saturnia presenta al visitatore delle terme un quadro non dissimile da quelli che Fattori e gli altri Macchiaioli dipinsero a fine Ottocento ispirandosi a questo paesaggio, anche se allora la Maremma, come la conosciamo noi, era in buona parte da costruire. Il lavoro umano ha bonificato e restituito alla vita una terra di morte e malattia, come raccontano nei loro romanzi Renato Fucini (nativo di Monterotondo Marittimo) e Corrado Alvaro e come ancora ricorda la canzone popolare che descrive la Maremma amara e malefica. Certo è che oggi la Maremma, insieme alla Val d’Orcia, rappresenta il countryside toscano più tipico, quello che piace tanto agli inglesi e ai tedeschi, immortalato nei libri di fotografie di paesaggi e di interiorior decorations alla toscana, con i suoi panorami in cui i gialli dei girasoli si alternano agli argenti degli ulivi e ai verdi delle vigne, come in un quadro di Van Gogh e in cui la produzione tipica di vino, olio, formaggi e salumi è divenuta una delle più importanti e ricercate d’Italia. Ancora, chi di noi non si abbandona al ricordo di una visione della Maremma con i suoi butteri, i bufali, i cavalli allo stato brado? Insomma, un vero e proprio cliché, ma un cliché che è specchio della verità.