Il Monte Amiata, antico vulcano spento, risulta essere il rilievo più alto della Toscana, al di fuori della catena appenninica. Da sempre avvolta da un’aurea di misticismo, l’Amiata, con le sue forme sinuose, viene considerata una montagna Madre dalle sue popolazioni.
Allegoricamente sorge come una giovane in tutto il suo splendore in primavera, attraverso i nuovi colori creati dai germogli della sua vegetazione, diventa sacra nel periodo della sua gestazione nella primavera/estate per poi raggiungere l’anzianità nell’autunno dove, con i suoi frutti, sfama i suoi figli.
La montagna convenzionalmente viene suddivisa in due versanti principali: quello orientale (provincia di Siena) e quello occidentale, (provincia di Grosseto). La montagna è formata da una serie di cime contigue situate nella maggior parte nel versante occidentale: poggio Trauzzolo (1200 metri), Monte Labbro (1193 metri), Monte Civitella (1707 metri), Monte Buceto (1152 metri), Monte Aquilaia (1104 metri), Monte Penna(1086 metri). Nel versante occidentale si trovano: corno di Bellaria (1239 metri) poggio Zoccolino (1035 metri) e infine la vetta Amiata (1738 metri).
Il bacino idrico del Monte Amiata è il maggiore della Toscana meridionale. Dalla montagna nascono i fiumi Fiora, Paglia, Albegna e il torrente Vivo, uno dei principali affluenti dell’Orcia.
La complessa e diversificata strutturazione del Monte Amiata ha determinato la presenza, nella porzione sommitale del rilievo, di rocce vulcaniche permeabili che si comportano da corpo poroso, capace di assorbire e filtrare l’acqua, rendendola potabile.
Dopo che l’acqua è stata assorbita dalle rocce vulcaniche, continua la sua discesa, fino a entrare in contatto con l’impermeabile basamento argilloso. Arrivata a quel punto, l’acqua fuoriesce verso l’esterno, a quote che variano tra i 600 e i 900 metri ed è’ proprio lungo questa fascia delle sorgenti, che sono sorti i principali insediamenti amiatini.
Nelle vene dell’Amiata scorrono anche acque benefiche sulfuree, fin dai tempi antichi panacea di molti mali. Le sorgenti naturali di Bagni San Filippo, attraversate dalla variante della via Francigena e a due passi dalla Cassia, sono una meta che attrae ogni anno migliaia di turisti. Immerse nella natura si trova il Fosso Bianco, dove cascate calcaree e vasche con acqua caldissima hanno come cornice il bosco e la macchia mediterranea. Accanto alle terme naturali si trova lo stabilimento che oltre alla piscina termale con ampi solarium comprende reparti per balneo fango terapia, cure inalatorie, massoterapia e trattamenti estetici.