Il sito di Castel della Pertica si caratterizza come un poggio posto ad un altimetria di 970-980 metri a sud-est di Abbadia San Salvatore e ad ovest della strada sterrata che collega il paese a quello di Piancastagnaio, in località “La Crocetta”.
La zona è facilmente raggiungibile anche grazie ai recenti sentieri idealizzati e curati dalla UISP di Abbadia San Salvatore. Percorrendo il sentiero di Sant’Antonio che dalla Crocetta si separa dagli altri due è sufficiente, dopo circa 50 metri, inoltrarsi a destra nel bosco per accedere al sito.
Il colle di 3 ettari, è ben visibile anche dall’antica strada di collegamento che dalla via Francigena arrivava all’abbazia del San Salvatore, era posto quindi in una zona strategica di dominio.
Il sito è censito e segnalato per la prima nella Carta Archeologica del 1996. Nell’autunno del 1999 fu condotta una prima campagna di ricognizione finalizzata alla comprensione e alla localizzazione delle emergenze visibili.
Nel mese di luglio 2010 alcuni studenti del laboratorio di Archeologia dei Paesaggi dell’Università di Siena hanno svolto una seconda e breve ricognizione mirata, lo scopo della campagna è stato quello di georeferenziare le Unità Topografiche cercando di valutare il potenziale archeologico del sito.
L’indagine aveva identificato numerose vasche in trachite, più o meno grandi, talune multiple e provviste di versatoio; erano stati inoltre localizzati due accumuli principali di scorie di lavorazione di metallo ferroso, accompagnati ad una presenza più sporadica di frammenti sparsi sull’intera sommità.
Le scorie presentano, nella maggior parte dei casi, un aspetto spugnoso, poroso, con evidenti alterazioni superficiali. In quantità minore sono rilevabili frammenti con cordonature e tracce di scorrimento.
Ad Aprile del 2013 il sito di Castel della Pertica è stato nuovamente visitato e riesaminato dal laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e dal LIAAM (Laboratorio di informatica Applicato all’Archeologia Medievale) per verificare alcuni aspetti emersi nelle indagini pregresse.
Le fonti scritte pertinenti a Castel della Pertica sono scarse.
In un’iscrizione (falsa) datata 998 rinvenuta nella sala capitolare dell’Abbazia del San Salvatore, si parla del sito:
“Quest’anno 998, che fu anni 256 doppo l’edificazione di quest’abbazia di S. Salvadore, i popoli del castello della Piatica (Pertica), Cala (Callemala) e Piano della Recciola, terre subdite all’abbate da lui chiamate, ricevuto il sito unitamente fabricorno la nuova terra che per ragione di assoluto dominio si chiamò la terra dell’abbadia S. Salvatore”.
Lo studioso locale Volpini, citando un testo da lui visionato nell’archivio di Firenze, sostiene che il castello sia appartenuto alla famiglia Del Pecora fino alla requisizione degli Aldobrandeschi nel 1166.
Negli Atti della Terra di Piano del 1475, Castel della Pertica viene anche ricordato come centro di uno scontro tra gli abitanti di Piancastagnaio e di Abbadia San Salvatore:
“Die tertio Septemberis 1475, die dominico Populus Planensis, cum populo Abbadengo simul….sunti in loco dieto Castel della Pertica, et ibi multi ex utraque parte fuerun percossi et feriti, et occisi quinque pro qualibet partium ex Terrigenis, vulnerati quasi quadraginta”
Infine nelle lettere datate 1759, di Ludovico Anton Paolozzi, cancelliere del tribunale di Radicofani, all’abate Pietro Paolo Pizzetti, si parla di Castel della Pertica già divenuto castagneto.
Nella cartografia si trova registrato nei catasti territoriali ottocenteschi. Sicuramente il toponimo è suggestivo e cela un riferimento storico.
“Pertica” può riferirsi, sulla base di un passo di Paolo Diacono nell’Historia Langobardorum alle pertiche dei longobardi. Questi infatti avevano l’usanza di piantare nei propri cimiteri delle aste, dette appunto pertiche, sulle quali era affissa una colomba di legno orientata verso il luogo in cui era deceduto un uomo lontano dalla patria.
“La regina Rodelinda (moglie di Pertarido, regnante nel 661-62 e dal 671 al 688) a sua volta fondò fuori dalle mura della città di Pavia una chiesa alla Santa Madre di Dio e la decorò con sontuosi ornamenti. Questo luogo si chiama Ad Perticas perché in passato quivi s’innalzavano delle pertiche piantate,secondo l’uso longobardo, per la ragione che vado a dirvi: quando un uomo era perito in guerra o in un altro modo, i suoi parenti collocavano sulla sua tomba una pertica alla sommità della quale ponevano una colomba di legno rivolta verso la terra dove la persona cara era morta affinché si sapesse dove il morto aveva il suo luogo di riposo”
In Italia ci sono vari esempi e in particolar modo questo toponimo è stato oggetto di un articolo specifico per il sito di S. Giorgio delle Pertiche in provincia di Padova.
Come sappiamo furono proprio i longobardi nell’VIII secolo a fondare l’abbazia del San Salvatore, castel della Pertica ritengo che sia stato il primo nucleo fortificato insediativo che come già detto in precedenza, posto in una zona strategica e di dominazione assicurava il controllo sia del paese che della fondamentale strada longobarda, la futura via Francigena.