Per secoli, la dieta dei montanari dell’Amiata si è basata sulla polenta di castagne (il “pan di legno” dell’antico adagio), accompagnata – quando era possibile – da ricotta, salsicce, animelle, baccalà in umido con cipolle, aringa, ventresca, agnello con le patate o anche da sola in tempo di ristrettezze. Più frequentemente, le castagne venivano usate per ricette veloci come le castrate (incise e arrostite sul fuoco in una padella bucata, detti anche gogliuli), il fiandulone (pane fatto con farina di castagne e farina di grano), le bucchiate (sbucciate e cotte in acqua aromatizzata con finocchio, dette anche monne), le brodolone (arrostite, sbucciate e lessate, ridotte a un denso brodo), i castroni (cotte in acqua e finocchio, dopo essere state incise sulla buccia), i suggiuli (lessate con la buccia) e le vecchierelle (castagne secche lessate con una foglia di alloro, oggi generalmente ricoperte di cioccolata). Nel dopoguerra, il benessere ha fatto sì che i piatti a base di castagne si siano rarefatti nei ménu casalinghi e in quelli dei ristoranti, ma oggi – grazie soprattutto al fatto che il prodotto ha acquistato il marchio IGP e sull’Amiata è stata creata la prima Strada della Castagna europea, gestita dall’Associazione della Castagna IGP del Monte Amiata – assistiamo a una vera e propria riscoperta di questo sapore antico e l’ingrediente viene spesso sottoposto a numerose sperimentazioni, in piatti dolci o salati. Ottime occasioni per scoprire questo squisito frutto dell’Amiata, insieme ai funghi, al vino novello e all’olio, sono le numerose feste d’autunno del territorio, che si tengono in tutti i comuni in ottobre e novembre: la festa della Biondina (la castagna, appunto) a Cana di Roccalbegna a metà ottobre; la festa della Castagna Ciola a Castel del Piano e la festa della Castagna di Monticello Amiata, Cinigiano, all’inizio di ottobre; la festa d’Autunno di Abbadia San Salvatore, la festa del Fungo e della Castagna a Vivo d’Orcia e la Castagna in Festa ad Arcidosso nei due weekend centrali di ottobre, la sagra del Marrone di Campiglia d’Orcia e la sagra del Marrone Santafiorese a Santa Fiora a fine ottobre e il Crastatone di Piancastagnaio intorno alle feste dei Santi. Si possono allora degustare anche il dolce tipico di Bagnolo di Santa Fiora, il Ciaramito – il dolce di castagne che le future suocere servivano ai pretendenti delle figlie il giorno della richiesta di fidanzamento (si dice infatti che il nome derivi dall’espressione “c’ha marito”) –, o ancora la pasta di castagne condita con ricotta o il tacchino ripieno di castagne, i castagnacci e così via. Il piatto più tradizionale resta comunque la polenta di farina di castagne.