Tra i luoghi più suggestivi e affascinanti dell’Amiata, Bagni San Filippo spicca per la sua originalità e per l’aspetto selvaggio. D’inverno, quando la neve arriva sino a valle, è uno spettacolo vedere i fumi delle acque sulfuree innalzarsi nell’aria gelida e il mantello bianco del cosiddetto Dente di Balena, la concrezione calcarea formatasi negli anni al passaggio dello zolfo, confondersi nel biancore della neve.
Si tratta di una montagna bianca in cui l’acqua, cadendo, si è come solidificata in stalattiti di zolfo. Lo scrosciare di torrentelli e cascatelle aumenta il volume della concrezione di anno in anno e anche i colori mutano: striature di verde appaiono ora a sostituire quelle rosa o azzurre di prima. È possibile fare il bagno sotto questa monumentale cascata solida, immersi in un boschetto di querce e pini e abeti, percorrendo un piccolo itinerario che conduce alla piscina vera e propria. I fanghi che qui si trovano in abbondanza sono salutari soprattutto per la pelle e come trattamenti estetici.
Il luogo si chiama Fosso Bianco. Più a monte, invece, le sorgenti dell’acqua termale sgorgano nel punto chiamato Bollore per via del calore dell’acqua, che ribolle come se avesse un fuoco sotto. Si riconosce la particolarità di quest’acqua dal caratteristico odore, non propriamente profumato, ma che in realtà è dovuto alle qualità curative in essa contenute.
Un paesaggio che ricorda forse il Purgatorio dell’immaginario medievale, ma che piacque a San Filippo Benizzi, che al luogo diede il nome e che la tradizione vuole, erroneamente, come donatore delle acque al territorio. Della nobile famiglia fiorentina dei Benizzi, Filippo – secondo la leggenda – si rifugiò qui per sfuggire alla nomina a papa cui il conclave voleva sottoporlo. Scelse una grotta in travertino in mezzo ai boschi, tuttora esistente, e vi trascorse vari anni, prima che altri eremiti venissero a importunarlo nella sua solitudine. La Grotta del Santo si può visitare: contiene un busto in gesso del Settecento rappresentante Filippo e un crocifisso in legno custodito dentro un tabernacolo che la tradizione popolare ritiene opera dello stesso eremita. Tra parentesi, il travertino della zona era formato dalle acque e per secoli è stato ricavato nella cava a due passi dalla grotta. Non lontano, nella località Pietrineri, sono presenti invece cristalli di quarzo nero (da cui il nome della località): tutte pietre benefiche per il corpo e i cui influssi magici non mancano di farsi sentire al visitatore.
La grotta è usata oggi anche come cappella e una piccola campana richiama i fedeli al raccoglimento in questo luogo aspro che ricorda un po’ certi conventi portoghesi dove i monaci si rinchiudevano in freddissime e inospitali caverne. Naturalmente, la presenza della grotta, a due passi dal Bollore, getta su tutto il paesaggio, a metà tra le asprezze dell’Amiata e la dolcezza infinita delle colline senesi tutto attorno, sparse per la Val d’Orcia, con i calanchi chiamati biancane e il fascino irresistibile della via Cassia che scorre proprio sotto il paese, collegandolo alla vicinissima Radicofani, un alone mistico.
Il paesino di Bagni San Filippo è piccolissimo. I pochi abitanti sono saldamente insediati qui da decenni e possono raccontare antiche storie di terme e di miniere e di acque sulfuree. L’aria è particolarmente salutare e la vita media a San Filippo è molto lunga. La bagnina storica del luogo beveva un bicchiere di acqua termale al giorno ed è morta ultranovantenne. Provate a infondere in quest’acqua bollente qualcuna delle erbe medicinali della Val d’Orcia raccolte dalle streghe locali, per un risultato davvero sorprendente.
Alcuni scorci di Bagni San Filippo, con le scalette che si arrampicano verso l’alto, ricordano Capri: un luogo di pace e tranquillità per chi è superstressato.
Le proprietà terapeutiche di queste acque furono conosciute sin dall’antichità. Non è improbabile che il primo centro termale fosse stato costruito dagli Etruschi; senz’altro esistette un insediamento romano di epoca imperiale, testimoniato da numerosi reperti ritrovati nel corso degli anni.
Fu comunque nel XV secolo che furono avviate le prime costruzioni di edifici termali e cominciarono a essere apprezzati pienamente i valori curativi delle acque di San Filippo. Appassionato di terme, Lorenzo il Magnifico non mancò di farvi una visita. Infine, nel 1566 Cosimo de’ Medici ordinò l’edificazione delle nuove terme nei pressi dell’abitato moderno, aprendo un’epoca di gloria che durò per tutto il secolo XVII, quando fu costruita anche la cosiddetta Antica Fabbrica dei Tartari, dove venivano creati bassorilievi con opportuna sedimentazione delle acque su forme predisposte. L’intonaco dell’edificio è formato anch’esso dal deposito delle acque. Nel XVIII secolo gli studi moderni e le analisi scientifiche delle acque ne confermarono le proprietà: fu allora che se ne scoprì l’utilizzo per le malattie cutanee, reumatiche ed artritiche, nonché per quelle respiratorie. A partire dai primi anni del ‘900 fu costruito l’edificio centrale delle terme, che mostra le sue simpatie per il Déco e il Liberty. Le Terme si appoggiarono a un edificio già esistente sin dal XVIII secolo, l’attuale incantevole albergo, a cui è stato aggiunto negli ultimi anni un funzionale centro benessere.
Le acque delle terme San Filippo sono sulfureo-solfate-bicarbonate ipertermali e hanno una gradazione di 52°C, arricchite da fanghi naturali. Vengono utilizzate nello stabilimento termale per balneoterapia, fangobalneoterapia, inalazioni, aerosol, aerosol ionizzato, aerosol ultrasonico, docce nasali micronizzate, maschere facciali, doccia filiforme. Ideali per la cura di malattie osteo-neuro-articolari (osteoartrosi e reumatismo articolare subacuto e cronico primario, artropatie croniche, neuriti, nevralgie, distrofie ossee, postumi di traumi osteoarticolari, sciatalgie, calli ossei); malattie dell’orecchio, naso e gola (riniti, faringiti, laringiti catarrali allo stato subacuto e cronico, sinusiti, otiti catarrali croniche, sordità rinogena, riniti vasomotorie e allergiche); malattie dell’apparato respiratorio (bronchiti croniche, tracheo-bronchiti croniche, bronchiectasie, bronchiti enfisematose, patologie dell’albero respiratorio secondarie all’inalazione di tossici e irritanti – come silicosi, asbestosi e pneumoconiosi -, asma bronchiale bronchitica e su base allergica); e infine malattie dermatologiche (eczemi, psoriasi, acne giovanile, acne rosacea, eczemi varicosi, sindromi neurodermatologiche). Naturalmente, si accede ai trattamenti termali solo con la prescrizione del medico curante e si viene guidati poi dal medico termale dottor Paolo Luatti.
Alcune sorgenti di Bagni San Filippo sono indicate come bibite nella cura di particolari organi: l’Acqua Forte per i reni e l’Acqua Santa per il fegato.
Il centro benessere sfrutta le qualità delle acque in un ambiente accogliente, in cui le note della musica si confondono con i fumi delle tisane. L’acqua termale è l’elemento principale di qualsiasi cura di bellezza e qui viene utilizzata per idromassaggio in vasca multipla, peeling con sedimenti termali, massaggio sotto doccia vichy, fango al corpo riducente o anticellulite, maschera del viso con doccia filiforme. Per tonificare il corpo, ottimi i massaggi, eseguiti con tecniche diverse e sempre aggiornate. Molto confortevole il mulino settecentesco, trasformato in stanza di meditazione per massaggi indiani e tibetani, con pareti blu e arredi feng-shui. E poi, pressoterapia, total-body e sauna. Il centro, collegato internamente all’hotel, è aperto anche agli ospiti esterni.