LA BENEDIZIONE DELLE CASE
La Pasqua sull’Amiata, come in molti paesi della Toscana, ha moltissimi riti locali, piccole usanze che annunciano l’arrivo della primavera e con questa le Festività Pasquali. Una usanza dei tempi passati era l’arrivo degli spazzacamini, che con i loro attrezzi (corde, mazzi di pungitopo), si proponevano per la pulizia dei camini. Cominciavano a tirar giù fuliggine e ad intonar canzoni; la fuliggine che invadeva la stanza era una metafora per la pulizia periodica dell’anima.
La faccenda preludeva le pulizie di Pasqua: le stanze pulite, vecchie cose gettate via, odore di cinabrese, di calce, di petrolio, di cera da mobili, annunciavano il clima d’un inverno che finisce e della vita che si rinnova. A questa pulizia generale si collega la benedizione delle case, che molti in passato intendevano come un’ispezione del prete per vedere se veramente era tutto pulito e tutto a posto.
Il Giovedì Santo la tradizione popolare prevede la visita ai “sepolcri”, che consistono nell’allestimento dell’altare della riposizione, metafora, nell’immaginario dei fedeli, della morte e della sepoltura di Gesù. Presso l’Abbazia di San Salvatore, dopo la messa in coena Domini e la lavanda dei piedi, alle ore 21 in cripta adorazione con canto della compieta. Il “sepolcro” è allestito anche presso il santuario della Madonna del Castagno. Nella parrocchia di Santa Croce, alle ore 21, visita collettiva ai sepolcri dalla chiesa di Remedi a quella di Santa Croce, attraverso le vie del paese vecchio.
Il Venerdì Santo. Una antica tradizione del Venerdì Santo è la “Giudeata” o processione con il trasporto del Cristo Morto del venerdì Santo. Ad Abbadia San Salvatore, la processione si connota per la drammatizzazione teatrale, che avviene prima e dopo la processione medesima, con la partecipazione di figuranti, della banda cittadina e della corale. A sfilare, quindi, non solo soldati romani a cavallo, ma anche i personaggi della Passione, tra cui il cireneo scalzo, con il volto coperto che trascina la pesante croce, mentre viene percosso, le compagnie (oggi la Misericordia con gli incappucciati che portano la statua di Gesù Morto), la statua della Madonna e i bambini con in mano i simboli della Passione e i palloncini di carta illuminati. I palloncini illuminati sono la nota originale di questa processione. Vengono appesi anche alle finestre, insieme a tovaglie e coperte.
Sabato Santo, infine, benedizione delle uova e confessioni. Dalle 10 alle 12 presso la Madonna del Castagno; dalle 15 alle 17 in abbazia; alle ore 15, presso la chiesa di Remedi e alle 16 in Santa Croce.
Domenica di Pasqua
Tipica della Toscana è la Colazione di Pasqua di tutta la famiglia riunita dopo la messa. Insieme all’uovo benedetto si mangiano salumi, la coratella ed il cervelletto di agnello, dolci, il pane benedetto. Legato alla vera spiritualità cristiana era l’uso della richiesta del perdono, prima di toccare l’uovo. Vi si rintraccia la tradizione pagana del padre come sacerdote del culto domestico. Toccava a lui dire per primo:
– Chiedo perdono a Dio e a tutti voi. Gli altri rispondevano.
– Chiedo perdono a Dio e al babbo.
La tradizione rimane ancora oggi in parte soprattutto nei paesi. Sulla tavola del pranzo di Pasqua tengono duro gli alimenti tradizionali: l’uovo, ma si sta eclissando il rito della sua benedizione nel piatto bianco, involto nel tovagliolo candido con le cocche annodate. L’agnello è ancora di rigore, ricordo dell’Antico Testamento, segno del sole che entra nel Segno dell’Ariete, primo della serie zodiacale
Fonti: Amiata news e Toscana oggi