Quando la generosità della natura si accompagna all’atavica maestria dell’uomo ecco che nascono autentiche delizie per il naso e per il palato come gli oli extravergini della Val d’Orcia e di altre vallate che scendono dal Monte Amiata. Protagonista principale, pur se altre varietà spesso l’accompagnano, è un’olivetta piccina, raggrinzita e bruttarella, l’olivastra di Seggiano, che dà un olio dal fruttato intenso, fresco ed erbaceo, di corposità media, con gusto rotondo piuttosto astringente e pungente, molto sapido, dal fondo spiccatamente amaro e piccante. L’olio di olivastra di Seggiano – che nasce in prevalenza nel comune grossetano da cui prende il nome – è dunque il vero protagonista dell’Amiata. E in autunno molte sono le occasioni per imparare con veri esperti a riconoscere un olio buono e a usarlo correttamente, magari accompagnato con il tipico biscotto salato, una geniale e ghiotta specialità che ha nell’olio l’ingrediente base. Per degustare l’olio nuovo, la sagra della Bruschetta a Semproniano a fine ottobre (e quella di settembre a Montegiovi di Arcidosso, ma con l’olio dell’anno in corso), la festa dell’olio a Monticello Amiata in novembre, Verde Oro a Montelaterone di Arcidosso a metà novembre, l’edizione novembrina (ce n’è anche una estiva) di “Cibi poveri ricchi di sapori” di Petricci di Semproniano, Cantine Aperte a Castel del Piano intorno all’8 dicembre, Olearie (in dicembre) e Olearte (in agosto, al Giardino di Spoerri) a Seggiano e Re Olio a Vallerona di Roccalbegna a dicembre.