Ingredienti: mezzo kg di farina, 3 uova, sale; mezzo kg di ceci, aglio, olio, 1 l ca. di acqua, rosmarino, conserva di pomodoro.

Forse il piatto più tipico in assoluto. La sera della vigilia di Natale, dopo aver rispettato la dieta di magro durante la giornata, si prepara, fra le altre cose, questa meravigliosa zuppa, con il seguente procedimento. Per prima la pasta: la ricetta è la stessa delle tagliatelle. Una ‘fontana’ (ossia un mucchietto, a seconda del numero degli invitati) di farina, uova, sale. Si impasta e si stende la sfoglia, si lascia riposare un po’ e quindi si taglia a strisce finissime, così da ottenere i famosi tagliatini (oggi, con la globalizzazione del linguaggio, si tende a chiamarli ‘tagliolini’ anche sull’Amiata, ma il termine esatto è il primo). Quando eravamo piccoli, non vedevamo di buon occhio i tagliatini, che generalmente venivano serviti in brodo. Oggi, ci sono mille modi per cucinarli, anche asciutti: si pensi ai tagliatini al cartoccio, conditi con l’agliata e l’impasto di ricotta e spinaci e serviti in un cartoccio di alluminio. Quando avete tagliato i tagliatini, potete concentrarvi sulla zuppa. Le nostre nonne la preparavano nelle pentole di smalto o di alluminio, ma vanno benissimo anche pentole di terracotta. Bisogna innanzi tutto fare un battuto d’aglio e rosolarlo bene, quindi si aggiungono i ceci rigorosamente preparati con la cenerata e lessati (dopo il trattamento nella cenere non occorre farli bollire molto). Rosolati i ceci a loro volta, si versa un po’ d’acqua, sale e conserva di pomodoro. Si fa bollire il tutto un bel po’ e a fine cottura si aggiunge un rametto di rosmarino. Si buttano infine i tagliatini e la zuppa si serve densa e fumante. Si tratta di un piatto ‘robustoso e forte’, ideale per le serate d’autunno e di inverno e anche per creare il senso del focolare, dello stare insieme in famiglia o con buoni amici. I tagliatini con i ceci sono un piatto semplice ma sostanzioso, su cui si può versare un filo di olio extravergine dell’Amiata (olivastra di Seggiano, per esempio) e che può benissimo essere servito come piatto unico, magari con un secondo di bietole selvatiche un po’ piccanti o di erbe amare lessate.