La visita al Parco Museo con biglietto unico si articola in tre percorsi principali, il nuovo Museo Multimediale “I luoghi del Mercurio”, la visita alla Galleria didattica VII a bordo dei vagoncini trainati da un locomotore originale ed infine la visita all’edificio che ospita il Museo Documentale “Torre dell’Orologio”. Da poco tempo nel periodo estivo è possibile visitare anche la parte esterna del Pozzo Garibaldi.
Un Parco Museo che si arricchisce di anno in anno.
Perché visitarlo?
La dura vita del minatore poteva cadere nell’oblio dopo la chiusura delle miniere nel 1976, ma ad Abbadia San Salvatore si è deciso di valorizzare i sacrifici di questi uomini e creare un parco di archeologia industriale. Il visitatore che esce dal parco a fine della visita è arricchito non solo da informazioni tecnico-minerarie ma anche sul lato meramente umano. Un’esperienza unica, consigliata per famiglie e scuole.

Museo Documentale “Torre dell’Orologio”

La Torre dell’Orologio ospita dal 2001 il museo e l’archivio della Società Monte Amiata. In origine il corpo di fabbrica della Torre faceva parte degli edifici che contenevano i forni Cermak-Spirek, costruiti nel 1898 su progetto dell’ingegner boemo Vincenzo Spirek. La struttura attuale, dopo gli interventi di bonifica, corrisponde all’ingresso della fabbrica, illustra i sistemi  di escavazione del minerale e di estrazione del metallo, le fasi di lavoro,la vita quotidiana dei minatori, gli usi del mercurio nel tempo.

Museo Multimediale “I luoghi del Mercurio”

Il percorso multimediale, aperto nel 2016,è un progetto di Studio Azzurro, un gruppo di artisti italiani noto a livello internazionale per la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi.  Questo allestimento, organizzato nei suggestivi spazi dell’EX Officina Meccanica, rappresenta un luogo delle emozioni e delle suggestioni che volutamente prosegue il museo documentario della Torre dell’Orologio.

La vicenda storica e umana della cultura mineraria del Monte Amiata, ma anche la sua disposizione territoriale e sociale, mostrano delle peculiarità che sono state  evidenziate nella successione tematica, conformata come una vera e propria sceneggiatura che accompagna lo spettatore immergendolo nella narrazione e nell’esperienza e della vita mineraria.

Parliamo della multimedialità come elemento trans disciplinare e trans generazionale, per quanto è una modalità che coinvolge tutte le fasce d’età.

Galleria VII

Dopo la visita al Museo Documentario e al Museo Multimediale è possibile  salire sul vagone dei minatori e percorrere 250 metri nella galleria, dove sono ricostruite alcune ambientazioni di lavoro corredate di utensili e macchinari, oltre ai fronti di escavazione.

Il percorso approfondisce alcun momenti particolarmente significativi del lavoro di miniera, come i fronti di escavazione con terreni contenenti cinabro e l’arrivo dei carrelli alla bocca del pozzo, e illustra l’evoluzione dei sistemi di lavoro, a partire dagli anni ’20 fino ad arrivare agli anni ’50 del Novecento, entro un’atmosfera suggestiva di suoni e di odori.

Il trenino dispone di posti limitati: è consigliata dunque la prenotazione.

Pozzo Garibaldi

Quella conosciuta come Zona XXII si affaccia sulla galleria posta al medesimo livello di scavo. E’ caratterizzata dalla presenza imponente del Pozzo Garibaldi, l’ultimo che si apriva all’esterno, iniziato nel 1938 e all’epoca chiamato Pozzo Impero. Altri esterni erano il Pozzo Italia e il Pozzo Mafalda; mentre gli interni erano il Mili, il San Callisto, il Pozzo Nuovo e il Pozzo Ausiliario, tutti adibiti in tempi diversi alla  circolazione dei vagoni e del personale. Da questi venivano calate le “gabbie” con cui i minatori scendevano nelle gallerie scavate  orizzontalmente ad intervalli regolai di 25 metri. Durante i turni di lavoro si trasportavano in superficie i carrelli con il minerale e si facevano scendere quelli vuoti.

Dall’apertura della miniera (1897) al 1938 furono edificati di fronte alla galleria XXII impianti e edifici di supporto al lavoro che si svolgeva nel sottosuolo. Dal 1938 edifici e strutture, ancora oggi visibili, furono realizzate nell’area del Pozzo Garibaldi:

  • una falegnameria, per interventi di piccola entità;
  • un’officina meccanica, per ogni tipo di riparazione necessaria alle gallerie interne;
  • la sala dei compressori, per la generazione di aria compressa che, convogliata nel sottosuolo tramite tubi metallici, serviva ad alimentare i macchinari laggiù usati;
  • gli uffici del reparto gallerie, dove i tecnici (periti minerari e ingegneri) svolgevano le riunioni di programmazione del lavoro;
  • i bagni e gli spogliatoi per i minatori, costruiti nel 1949 su progetto dell’architetto Eugenio Montuori e dell’ingegner Leo Carlini;
  • altri edifici di servizio: centraline elettriche, deposito esplosivo, magazzini, silos stoccaggio materiali, casa di guardianaggio e una piccola infermeria funzionale all’attività della squadra di salvataggio.

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